Assalto agli EcomostriAssalto agli "ecomostri" di cemento. Anche quest'anno Goletta Verde darà vita a numerosi "demolition day": gli "ecotigrotti" di Legambiente a bordo del Pietro Micca, della Catholica e del Vento dell'Alba, andranno simbolicamente all'arrembaggio di ville, villaggi turistici e alberghi, quasi sempre abusivi, che sfigurano i nostri litorali; oppure sbarcheranno nelle zone in cui progetti insensati minacciano di distruggere patrimoni naturali unici al mondo. Questa nuova campagna arriva in un momento cruciale, soprattutto per quanto riguarda la lotta all'abusivismo edilizio: dopo due anni di successi (dalla demolizione del Fuenti a quelle nell'Oasi del Simeto, a Catania; da Eboli a Pizzo Sella, la collina del disonore di Palermo, fino alla Valle dei Templi di Agrigento) le ruspe demolitrici segnano una battuta d'arresto. Non solo: la legge che consentirebbe di rendere più efficace e tempestivo l'intervento dello Stato giace, quasi dimenticata, in Parlamento. E in questo scenario, sentenze come quella sulla "saracinesca" di Punta Perotti rischiano di azzerare quanto di positivo è stato fatto finora contro il cemento illegale. L'abusivismo, intanto, non si ferma: secondo le stime elaborate dal Cresme, negli ultimi dodici mesi sono state realizzate in Italia 33.571 nuove costruzioni abusive, che si vanno ad aggiungere alle oltre 243.000 realizzate dopo il 31 dicembre 1993 (ultima data utile prevista dal condono del '94). Questa immensa colata di cemento selvaggio, concentrata prevalentemente al Sud, ha coperto una superficie complessiva di 37 milioni di metri quadrati, per un valore immobiliare pari ad oltre 34.000 miliardi di lire. La mappa degli ecomostri, insomma, è purtroppo ricca di obiettivi. Qui di seguito presentiamo le storie di cinque dei venti ecomostri censiti da Legambiente nel 2000. Vico Equense (Napoli)![]() Gli scheletri dell'ecomostro di Alimuri, uno schiaffo all'immagine e al paesaggio naturalistico della penisola sorrentina, dal 1971 presidia maestoso una delle conche più belle del golfo di Napoli. Nel 1964 viene rilasciata la licenza per costruire, sulla spiaggia della conca di Alimuri, un albergo di 100 vani Nel 1967 la licenza viene rinnovata per la costruzione di 50 vani più accessori per un altezza massima di 5 piani. Nel 1971 la Soprintendenza ordina la sospensione dei lavori ma il ministero della Pubblica Istruzione accoglie il ricorso proposto dal titolare della licenza. Nel 1976 la Regione Campania annulla le licenze rilasciate dal Comune perché in contrasto con il Programma di Fabbricazione, ma il Tar Campania nel 1979 ed il Consiglio di Stato nel 1982 annullano gli atti adottati dalla Regione. Nel 1986 i lavori sono sospesi dal Comune di Vico Equense perché si rendono necessari lavori di consolidamento del costone roccioso retrostante. Da allora, lo scheletro dell'albergo diventa un punto di ritrovo per la piccola delinquenza locale e per lo spaccio di stupefacenti, mentre tra i pilastri di cemento armato sorge spontanea una vera e propria discarica. Completare l'ecomostro di Alimuri avrebbe un duplice "effetto": dare corso all'ennesimo assalto al patrimonio ambientale della penisola sorrentina e rendersi responsabili di un'opera a rischio, costruita alla pendici di un costone roccioso fragile, inserito nella zona rossa, quella a maggior rischio, dell'ultimo piano di intervento per il dissesto idrogeologico realizzato dall'Autorità di Bacino del Sarno. Basti pensare che i solai del complesso Alimuri risultano attualmente sfondati da numerosi "fori" del diametro anche superiore al metro provocati da ripetuti crolli di blocchi lapidei staccatisi dal costone. L'amministrazione comunale di Vico Equense ha fatto rientrare l'area tra quelle di maggior pericolosità, censite nel nuovo Piano di Protezione Civile Comunale. Il passaggio successivo è quello di predisporre tutte le procedure amministrative per arrivare all'abbattimento. Gli scheletri di Agrigento![]() Dopo oltre vent'anni di battaglia, si è aperto uno spiraglio di luce nella lunga vertenza contro l'abusivismo edilizio nella Valle dei Templi: è stato demolito, infatti, uno degli edifici che da tempo deturpano una delle aree archeologiche più importanti d'Italia e del mondo intero. Si tratta di un edificio abusivo, costruito nei primi anni '80, di proprietà di un mafioso, che nel corso degli anni era stato affittato a una concessionaria di automobili. Questo intervento era atteso da tempo da chi, come Legambiente, si è sempre battuto, con coraggio e passione, perché venisse ripristinata la legalità nella Valle dei Templi. Il prossimo obiettivo è rappresentato dagli scheletri di cemento armato, mai ultimati, che ancora "oscurano" parte del patrimonio archeologico dell'area. Sono 600, infine, le abitazioni realizzate illegalmente nell'area sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta. Baia di Copanello (Catanzaro)![]() Siamo nel Comune di Stalettì, in provincia di Catanzaro, sulla costa ionica della Calabria. In uno scenario di straordinaria bellezza, "convivono" i due estremi, negativi e positivi, di tante aree del Mezzogiorno: l'ecomostro di cemento di Villaggio Lo Pilato, che con i suoi 16mila metri cubi deturpa la baia da oltre vent'anni; la tomba di Cassiodoro, il grande senatore e letterato romano del Vivarium, abbandonata a sé stessa nella più totale incuria e a pochi metri da un "illuminante" caso di scempio urbanistico. Sul Villaggio pende una ordinanza di demolizione del 1987, mai eseguita, e una gara di demolizione andata deserta. Isola dei Ciurli di Fondi (Latina)![]() Ad Isola dei Ciurli, un'area agricola di grande valore paesistico, 21 scheletri in cemento armato illegali aspettano da decenni di essere demoliti. Il Tar di Latina con una sentenza dell'ottobre 1997 ha giudicato l'intero complesso abusivo. Il Comune di Fondi, anziché avviare le procedure per l'acquisizione della lottizzazione al patrimonio pubblico e prevedere un piano di demolizione degli edifici, ha invitato i titolari della lottizzazione a sospendere i lavori e a presentare una proposta di lottizzazione. Il 29 settembre 1998 il Consiglio comunale di Fondi ha approvato il "progetto di lottizzazione convenzionato e relativo schema di convenzione". Questo è l'ultimo passaggio di una lunga storia iniziata nel 1968 che attraverso provvedimenti di sospensione dei lavori, sequestri giudiziari e ordinanze di sanatorie si è trascinata fino ai nostri giorni. Il Circolo Legambiente di Fondi, da tempo in prima linea contro l'ecomostro, ha presentato contro la decisione del Comune un esposto alla Procura della Repubblica di Latina. Le ville di Pizzo Sella (Palermo)![]() Per questo ecomostro il caso è quasi chiuso: le case abusive costruite sul promontorio palermitano di Pizzo Sella, ribattezzata la collina del disonore, vanno confiscate e il danno ambientale prodotto deve essere risarcito. Lo ha stabilito la sentenza emessa all'inizio dell'anno dal giudice Lorenzo Chiaramonte, che ha condannato dieci dei quindici imputati di lottizzazione abusiva a pene varianti tra sei mesi e un anno e dieci mesi. Le costruzioni furono realizzate tra il 1978 e il 1983 da Rosa Greco, la sorella di Michele Greco il "papa della mafia". Poi tra sequestri e dissequestri, si arriva ad una imponente operazione svolta congiuntamente dal Nopa (Nucleo Operativo di Protezione Ambientale della Polizia Municipale di Palermo) e dai Carabinieri che sequestrano complessivamente 314 immobili, sei lotti di terreno e i capitali di 17 società per un valore complessivo di 450 miliardi di lire. La lottizzazione di Pizzo Sella venne definita come "una colossale speculazione immobiliare che nasconde una imponente operazione di riciclaggio di Cosa Nostra". Lo scorso anno sulla "Collina del Disonore" sono salite le ruspe per abbattere alcuni degli scheletri abusivi. La sentenza apre adesso una pagina completamente nuova in questa vicenda, premessa indispensabile per la demolizione delle 314 ville illegali che da oltre vent'anni deturpano la montagna. |